L'unità di tutte le scienze è trovata nella geografia

L’unità di tutte le scienze è trovata nella geografia. Il significato della geografia è che essa presenta la terra come la sede duratura delle occupazioni dell’uomo. (John Dewey)

Alle elementari avevo un maestro che insegnava geografia e che tirava giù una carta geografica del mondo davanti alla lavagna. Avevo un compagno di classe al sesto anno che un giorno ha alzato la mano e ha indicato la costa orientale del Sudamerica; poi ha indicato la costa occidentale dell’Africa e ha chiesto: «Sono state mai unite?». E il maestro ha risposto: «Certo che no, è una cosa ridicola!». Lo studente cominciò a fare uso di droghe e sparì. L’insegnante è diventato consigliere scientifico dell’attuale amministrazione (ndr Bush). (dal film documentario statunitense del 2006 “Una scomoda verità”, diretto da Davis Guggenheim).

Nella mia geografia ancora sta scritto che tra Catanzaro e il mare si trovano i Giardini delle Esperidi. (George Robert Gissing, da Sulle rive dello Jonio).

L’arma del giornalista è la penna o la macchina da scrivere. L’arma del giornalista sotto vetro smerigliato è la bacchetta o la carta geografica. (Sergio Saviane).

Lungo la costa dell’Africa del Sud-Ovest, delimitato da montagne di origine vulcanica da una parte e dall’Atlantico dall’altra, si stende uno dei più antichi e selvaggi deserti della terra. I geografi chiamano questa zona la Costa degli Scheletri, perché le sue spiagge sono disseminate dei relitti delle navi che vi hanno fatto naufragi. (Ronald Schiller da “Nel mondo dei diamanti”).

A partire dal settembre 2010, secondo le intenzioni del Governo ed in assenza di ulteriori sviluppi, dovrebbe prendere il via la riforma della scuola superiore.
In tal senso il Ministero della Pubblica Istruzione ha predisposto degli appositi siti web per comunicare la riforma dei Licei, degli Istituti Tecnici e dei Professionali.

Nell’intento di fornire una informazione chiara, trasparente e per quanto possibile completa, segnaliamo i tre DPR sopra menzionati appositamente recuperati dal sito del Senato e pubblicati su Scribd.

Da informazioni che abbiamo raccolto su internet, sappiamo che i quadri orario allegati ai suddetti DPR sono stati ulteriormente aggiornati la settimana scorsa, purtroppo in senso peggiorativo. La Gilda degli Insegnanti di Venezia ha messo a disposizione tali versioni “ufficiose” dei quadri orario per i Licei – che al 95% pare costituiranno le versioni definitive – oltre a delle note che aiutano a comprendere le modifiche introdotte.

Di seguito riteniamo utile riportare sinteticamente le cifre riguardanti la riduzione della Geografia alle scuole superiori, confrontando le ore attualmente insegnate con quelle previste dalla riforma Gelmini. Innanzitutto è utile ricordare come questa riorganizzi i Licei, i Tecnici e i Professionali, tentando di razionalizzare la pletora di sperimentazioni che sono state attivate grazie all’autonomia della quale godono le singole scuole. Intento meritorio certamente, ma difficilmente potrà sfuggire il reale obiettivo del Governo, ovvero la riduzione della spesa nella scuola mediante la drastica riduzione del monte ore di circa il 5% sul totale. Riduzione che ovviamente va a colpire alcune materie, tra queste la Geografia e le Scienze.

Per quanto riguarda i Licei, la situazione sembra in verità ancora molto confusa. Sul sito del Ministero i quadri orario del Classico, delle Scienze Umane e del Linguistico mantengono ancora la Geografia con 2 ore a settimana nel biennio, mentre quella ufficiosa diffusa dalla Gilda la vede accorpata alla Storia. Per lo Scientifico e tutti gli altri indirizzi invece l’accorpamento è cosa certa.
Questa operazione ridimensionerebbe dunque la Geografia dalle attuali 2 ore settimanali nel biennio a una condivisione con la Storia, a discrezione dell’insegnante.

La situazione diventa drammatica invece per gli Istituti Tecnici
, con una pressoché totale scomparsa della Geografia che non avrà il “paracadute” dell’accorpamento come accade nei Licei. Attualmente questa viene insegnata per 3 ore a settimana nel biennio degli Industriali e 6 e 4 ore rispettivamente nel biennio degli Aeronautici e Nautici, mentre sparirà totalmente nella riforma Gelmini.

Negli Istituti del settore Economico la Geografia viene attualmente insegnata per 6/8 ore nel triennio a seconda degli indirizzi dei Tecnici Commerciali e Turistici. La riforma Gelmini, invece, ne prevede 6 di ore nel biennio, più altrettante nel triennio dell’indirizzo Turismo. Apparentemente una situazione migliorativa, ma si tratta dei quadri orario ufficiali, non sappiamo cosa è previsto in quelli che sono stati modificati la settimana scorsa.

I love GeographyE’ in questo contesto che vogliamo segnalarvi l’appello in favore dell’insegnamento della geografia, che, se vorrete, potete sottoscrivere.

Non vogliamo convincere nessuno dell’importanza dell’insegnamento della geografia. Non è necessario.
Vogliamo parlare dello studio della geografia come disciplina che educa alla libertà.
Il cuore di questa materia non risiede nell’indicazione della superficie di uno Stato, nel tratto dei rilievi montuosi o nell’elencazione delle principali città.

Noi crediamo che il cuore dell’insegnamento della geografia risieda nelle danze dei Dervishi, nelle rotte letterarie tra Melville e Kerouak e nei viaggi dei grandi esploratori, nel comprendere come si evolva l’avanzata dei talebani nel nord del Pakistan ovvero di come sia cambiata nel tempo la dislocazione delle forze statunitensi in Iraq, nella musica ascoltata e suonata dai popoli, nelle immagini di luoghi remoti, ma anche quali siano i problemi del proprio quartiere.

Tutto questo vuol dire apprendere la geografia: una scienza che dalla morfologia terrestre giunge a disegnare i tratti dell’uomo che la abita.

Ed è per questo che l’importanza di questo appello non si risiede solo in un mero calcolo matematico delle ore da dedicare nelle scuole allo studio della geografia, ma anche nella qualità didattica dello studio di questa materia che apre gli orizzonti, è il caso di dire, degli studenti ed educa il loro cuore e la loro mente alla conoscenza del diverso, alla comprensione delle proprie origini e del proprio territorio, delle realtà sociali, economiche e politiche che ci circondano cui nessuno può dirsi estraneo se vuole vivere una esistenza libera e, perché no, anche avventurosa e coraggiosa, come ognuno di noi si augura essere la vita propria e dei propri figli.


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