Legislazioni: accesso e ricerca delle norme

E’ sempre molto complicato effettuare una stima del numero di leggi vigenti in un determinato Stato . E’ necessario, infatti, stabilire quali atti includere nel detto calcolo e, sopratutto, come computarli.
Aldilà degli annunci relativi a roghi di norme, si stima che in Italia vi siano all’incirca 75.000 leggi (secondo alcuni, in base a non meglio specificati calcoli, le leggi vengono stimate in circa 200.000. Altri dati è possibile rinvenirli qui: Leggi d’Italia), a fronte delle 9.000 della Gran Bretagna, 6.000 della Francia e 8.000 della Germania.
Tuttavia, anche se non è da sottovalutare il fenomeno della prolificazione legislativa, i veri nodi più incresciosi consistono: da un lato nella cattiva (se non paradossalmente assurda) organizzazione delle norme (là dove una singola materia viene regolamentata attraverso leggi e norme sparpagliate qua e là, distanti le una dalle altre anni luce e spesso in contraddizione fra di loro); d’altro canto nella materiale impossibilità da parte del cittadino di conoscere le norme di riferimento e regolatrici una determinata materia.

Tale ultima circostanza (l’ignoranza della legge) diventa un dato particolarmente odioso non solo alla luce del principio di diritto (espresso in materia penale dall’art. 5 c.p.) secondo cui ignorantia legis non excusat (anche se mitigato da una storica sentenza additiva della Corte Costituzionale – Corte Cost. n. 364/1988), ma anche con riferimento ad altre materie (pensiamo a quella tributaria, solo per fare un esempio) nelle quali il cittadino si vede esposto ad illeciti civili o a conseguenze non previste o imprevedibili nella sua più totale buona fede.

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La visualizzazione dei dati: il procedimento di formazione di una legge

La “Sunlight Foundation” è una fondazione no-profit (disciplinata dalla Sezione 501(c) del United States Internal Revenue Codev) che ha lo specifico obiettivo di contribuire a rendere trasparente l’attività del Congresso degli Stati Uniti. In ambito nostrano non possiamo non ricordare i progetti Open Parlamento (di cui avevamo parlato qui) ed Open Polis (di cui avevamo parlato qui).

Andrea Borruso mi ha segnalato la notizia, apparsa su Following Data, relativa al contest promosso dal Sunlight Labs dal nome Design for America.
Si tratta di un concorso nel quale i Designers si dovevano cimentare nella visualizzazione dei dati resi disponibili dalle amministrazioni pubbliche ed accessibili attraverso le API (Application Programming Interface API – Interfaccia di Programmazione di un’Applicazione).
Il fine è quello di implementare creativamente il modo di visualizzazione delle informazioni con l’obiettivo “di rendere i dati del governo più accessibili e comprensibili al pubblico americano“.

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OpenParlamento: Ti riguarda, Ci riguarda. Essere consapevoli dell'attività dei parlamentari.

openparlamentoDel progetto Openpolis ne avevamo parlato in questo articolo nel settembre 2008.
Oggi parliamo di Openparlamento uno degli obiettivi che sin dalla nascita si era posto  il progetto openpolis (nella sezione denominata: prossimi passi) gestito dall’omonima associazione: indipendente, apartitica, aconfessionale e senza scopo di lucro.

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Conosciamo chi ci rappresenta: Openpolis l'attività e le dichiarazione dei nostri politici online

Seguire l’attività dei propri rappresentanti politici dovrebbe essere un diritto ed un dovere di ogni cittadino. Eppure, stranamente, nell’era dell’informazione reperire determinate notizie, aggiornarsi ed informarsi non è sempre cosa facile ed immediata.

Grazie a questo articolo di un sito straordinario come Digital Lex, ho scoperto l’esistenza del progetto Openpolis.

Cos’é Openpolis

Openpolis

Come recita la pagina Chi siamo del sito:
Openpolis è un progetto no-profit dell’associazione openpolis e della comunità di diverse persone che hanno collaborato, tra le quali: Alessandro Curci, Giuseppe Caprarelli, Alessandro Giangiulio, Raimondo Fanale, Luca Soda, Renato Minei, sal.
openpolis è un’associazione “senza scopo di lucro” e “indipendente da partiti e movimenti politici” che promuove l’uso della rete e del software open source per favorire la trasparenza pubblica e la partecipazione collettiva al controllo delle informazioni e delle scelte politiche.
La prima iniziativa no-profit dell’associazione fu il sito voi siete qui in occasione delle elezioni politiche del 2006
“.

Lo scopo del progetto è quello di favorie l’informazione, la trasparenza e il controllo della politica da parte delle persone, ma anche quello di creare una comunità attenta ed attiva.

Come funziona Openpolis

Nella homepage è possibile inizialmente scegliere cosa ricercare:

Politici: è possibile ricercare un politico attraverso il nome, ovvero attraverso l’istituzione dallo stesso ricoperta, Membri di Giunte e Consigli Regionali, Membri di Giunte e Consigli Provinciali ed, addirittura, Membri di Giunte e Consigli Comunali.

Dichiarazioni: Si tratta di una pagina letteralmente straordinaria: dove si trovano le dichiarazioni dei politici suddivise per argomenti, più la scritta è grande maggiore è il numero delle dichiarazioni associate all’argomento. Se si fa click su un singolo termine verranno visualizzate le dichiarazioni dei politici riferite all’argomento selezionato.  Il tutto funziona come una nuvola di tag (vedi l’articolo precedente) dove poter selezionare l’argomento per controllare le reazioni politiche sullo stesso. Le dichiarazioni sono visualizzabili per settimana – mese – sempre.

Posizioni: E’ la pagina di carattere più sociale – insieme a Comunità- e rappresenta le posizioni dei partiti sui temi scelti dagli utenti. Citiamo dal sito: “Nelle settimane precedenti gli utenti di openpolis hanno proposto, votato e discusso 221 temi da sottoporre ai partiti. Di questi ne sono stati selezionati 25 e sono stati spediti ai partiti (vedi la lista) chiedendo le loro posizioni“.

Comunità: In questa pagina si realizza un vero e proprio Social-Network ed è costituita dai dati relativi alla comunità degli utenti di openpolis. Infatti clliccando sul nome di un utente si accedde alla sua pagina personale.  Attualmente è in costruzione strumenti che permetteranno sul sito la comunicazione tra gli utenti stessi: messaggistica, creazione di gruppi, etc.

Pertanto, Openpolis non rappresenta solo un sito da consultare, ma anche un luogo dove gli utenti diventano in prima persona artefici dei contenuti informativi attraverso la registrazione rispettando, non è mai superfluo rammentarlo, il regolamento e le condizioni d’uso.

Il futuro di Openpolis

Voglio segnalare anche il fatto che il progetto Openpolis ha un suo programma evolutivo pubblicato in questa pagina programmatica denominata Prossimi passi.
Sono previste, infatti, sei direttrici evolutive:

1. Strumenti per il monitoraggio delle attività parlamentari
2. Strumenti per la comunità (social networking)
3. Strumenti per il lobbying comunitario
4. Strumenti per l’amministrazione e la moderazione di contenuti e utenti
5. Nuove informazioni nella pagina del politico
6. Strumenti per l’informazione e il dibattito politico elettorale

Ed è possibile approfondire e partecipare all’evoluzione di ciascuno delle superiori evoluzioni del progetto.

Openpolis è un luogo che mi ha entusiasmato per il progetto portato avanti, ma anche per le modalità con cui è stato realizzato: un modo chiaro, semplice e trasparente.
A tal riguardo voglio segnalare che nella sezione software libero non solo vi è la possibilità di partecipare allo sviluppo del codice, ma sono indicati anche i software utilizzati: “openpolis è rilasciato come software libero liberamente riutilizzabile. Nasce sulle spalle di altri software liberi che ci teniamo a elencare, perché senza di essi il nostro lavoro sarebbe stato semplicemente impossibile“.

Via: Digital Lex – diritto e tecnologia

Wordle: quando le parole dei nostri documenti prendono la forma di un'arte visiva… ma non solo.

Wordle, così come viene definito dai suoi stessi autori, è un “giocattolo” che permette di creare le così dette “tag clouds”, letteralmente nuvole di etichette.
Un esempio di cosa sono lo avete proprio su questo sito nella sezione “Argomenti di inDiritto” (in basso a destra), là dove vengono raccolti visivamente tutti gli argomenti – i tag- degli articoli pubblicati in questo luogo.
Più l’argomento è stato trattato, più il termine che lo identifica (il tag, l’etichetta) apparirà con un carattere grande.
Per chi usa del.icio.us non saranno certo una novità le così dette tag-clouds (per chi non conoscesse del.icio.us ed in generale il social bookmarking per incominciare a saperne di più, può cliccare i seguenti collegamenti: social bookmarking; Folksonomia; Web semantico).

Una prima utilità delle nuvole di tag è data dal fatto che si ha subito visivamente presente, e quindi immediatamente accessibile, la categoria di argomenti trattati (ad esempio di un sito web), collegando funzionalmente l’aspetto visivo della scrittura con quello contenutistico. In tale maniera si può capire all’istante di cosa un sito si occupa prevalentemente.
Ad esempio, come è intuibile, attualmente su inDiritto ci siamo occupati molto degli Strumenti finanziari, (viste, peraltro, le recenti novità introdotte), ed in tal senso in basso a destra potete vedere che negli “Argomenti di inDiritto” il tag “Strumenti finanziari” risulta essere visivamente con un carattere più grande degli altri dell’elenco.

Con Wordle è possibile creare queste tag-clouds partendo da un testo, oppure da un sito, ovvero dai nostri bookmarks su del.icio.us.

Non si tratta solo di un gioco, né tanto meno solo di prove artistiche, anche se indubbiamente divertenti e suggestive.
Di fatto è possibile avere delle mappe grafico/mentali dei propri (o altrui) lavori, che siano documenti di testo, ovvero pagine web.
Io stesso mi sono stupito nel constatare (visivamente) quali fossero i termini più usati in un determinato articolo, ovvero anche in un atto giudiziario da me redatto.

Wordle, quindi, può divenire un modo:

  • per comprendere meglio il proprio lavoro;
  • per apportare le opportune correzioni contenutistiche (ed alle volte, anche stilistiche);
  • per gestire con più accortezza e accuratezza gli argomenti da trattare.

L’interfaccia consente di personalizzare le proprie tag-clouds si con riferimento ai colori, sia con riguardo al tipo di carattere usato (font), sia potendo eliminare dalla creazione della mappa insiemi di parole più comuni (congiunzioni, particelle, locuzioni, etc.) ovvero anche singole parole (pulsante destro del mouse sul termine e fare click su remove).

Solo a titolo esemplificativo (e ludico), ecco alcuni esempi fatti, per così dire, sul campo:

Qui sopra una visualizzazione alternativa dei tag di inDiritto

Questa è una selezione dei termini più utilizzati su inDiritto

Quest’ultime, invece, sono le parole più frequenti nell’articolo precedente a questo: “Le regole di condotta (misure di livello 3) che l’intermediario finanziario deve rispettare in sede di collocamento di prodotti finanziari. Il documento della Consob tra MiFID e TUF“.

In ultimo, ringrazio Andrea Borruso per aver, a suo tempo, segnalatomi Wordle.

Internet e Privacy: da Youtube al testamento informatico

internet_wideweb__470x2982.jpgNella puntata odierna di Radio3Mondo (Rai Radio 3) si è parlato del web: del così detto web 2.0, delle refluenze della condivisione informatica sulla privacy, del testamento informatico inteso come la sorte di tutto ciò che scriviamo su internet dopo la nostra dipartita, della tutela della nostra immagine sul web: Internet, la Waterloo della privacy.
Patrizia Ravaioli ne parla con Alessio Jacona, consulente di comunicazione, collaboratore di Nova, inserto de il Sole24Ore dedicato a Internet e nuove tecnologie, Alberto Castelvecchi, editore, Marco Montemagno, amministratore di Blogosfera, primo network di blog professionali, e conduttore di “Reporter Diffuso” su Sky, Mauro Paissan, componente dell’Autorita’ Garante per la protezione dei dati personali, giornalista, gia’ vicepresidente della Commissione di Vigilanza sulla RAI“.

Si tratta di temi di scottante attualità su cui è importante riflettere ed essere aggiornati anche per ciò che attiene agli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia presente in rete.
La puntata, benché sia andata in onda oggi 28 aprile 2008, è scaricabile tramite il servizio di podcasting di radio Rai presso il sito di Radio3 Mondo.
Buon ascolto.

Il Web 2.0 della Finanza

Il Web 2.0 è entrato a pieno titolo anche nel mondo della finanza.
Per meglio intenderci: con l’espressione Web 2.0 ci riferiamo a tutti quegli strumenti, messi a disposizione da internet, che consentono la comunicazione, l’informazione e la condivisione di dati, notizie, esperienze e che permettono agli utenti della rete di diventare essi stessi autori e veicolo di informazioni (torneremo su questo argomento con ulteriori e specifici articoli).

Ci siamo occupati di numerose sentenze, in materia di strumenti finanziari, con specifico riguardo alle fattispecie contrattuali intercorrenti fra l’ente collocatore – l’istituto intermediatore e l’investitore.
Uno dei cardini sui quali si è sviluppato gran parte del contenzioso attuale in tema di intermediazione finanziaria (pensiamo ai casi Cirio, Parlamalat, Finmek, Cerruti, Giacomelli, La Veggia), è stato proprio quello relativo alla posizione dell’investitore il quale si trovava inerte innanzi alla carenza di notizie sui titoli e sulle società emittenti e, quindi, ai dati unilateralmente forniti dall’intermediario.

In questo articolo parleremo delle nuove fonti di notizie inerenti al mercato dei titoli e del modo per orientarsi nella scelta degli investimenti.

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