Il caso trae origine da un contenzioso legale avviato nel 2009 (precisamente il 12 giugno 2009), e riguardava l’installazione di una scala metallica in un cortile, ritenuta in violazione delle norme sulle distanze legali e il diritto di veduta di un immobile adiacente. Il contenzioso è approdato alla Corte di Cassazione, che ha emesso la sentenza n. 4816 del 23 febbraio del 2024, che ha annullato la decisione della Corte di Appello di Genova e ha rinviato il caso alla Corte di Appello di Genova.
Principi di Diritto Enunciati
Premesso che il testo integrale della sentenza può essere letto e scaricato sull’ottima rivista online “il Caso.it” (cui rimando), evidenziamo che la Corte di Cassazione ha ritenuto che:
La questione di diritto che il Collegio è chiamato a risolvere riguarda la legittimità o meno della apertura di vedute su un cortile di proprietà esclusiva di un edificio che perciò ne risulti gravato, con la peculiarità che tra l’edificio nel quale è realizzata la veduta ed il cortile non esiste nessun rapporto di accessorietà.
Diritto di Veduta e Distanze Legali: Il fulcro del contenzioso era l’applicazione dell’articolo 907 del codice civile, che stabilisce le norme relative alle distanze necessarie per garantire il diritto di veduta. La Corte di Cassazione ha evidenziato come la normativa debba essere interpretata considerando eventuali accordi contrattuali o diritti acquisiti, come l’usucapione, che non erano stati adeguatamente considerati nei giudizi precedenti.
Gestione della Proprietà Comune: Il caso ha sollevato questioni significative relative alla gestione di spazi comuni in contesti condominiali. La Corte ha sottolineato l’importanza di gestire questi spazi in modo che non vengano imposte servitù non concordate, rispettando la proprietà e la tranquillità degli altri condomini.
Revisione delle Prove: La decisione di annullare e rinviare il caso per una nuova valutazione delle prove indica la necessità di un’esame più scrupoloso da parte delle corti inferiori, per assicurare che la normativa sia applicata correttamente e che tutti gli aspetti del caso siano adeguatamente considerati.
Durata del Processo e Problematiche
La durata del processo, estesa su ben quindici anni di contenzioso giudiziale: 12 Giugno 2009 – 23 Febbraio 2024 (e non ancora conclusa considerato il rinvio alla Corte di Appello), mette in luce le problematiche legate alla dramamtica lentezza dei procedimenti giudiziari in Italia.
Si tratta di un onere che grava sulle parti coinvolte, sia in termini di risorse finanziarie, che di stress emotivo e solleva interrogativi (non solo delle parti, ma immagino anche degli stessi legali) sulla fiducia nel sistema legale.
Senza avanzare specifiche proposte di riforma, emerge l’importanza di una risoluzione più rapida e definitiva delle dispute legali.
Sul punto, sommessamente, lo scrivente ritiene che debba essere previsto anche che l’utlimo grado di un giudizio debba necessariamente essere conclusivo (salvo eccezionali e particolari richieste di revisioni).
È ormai risaputo che la carenza degli investimenti in Italia è primariamente dovuta alla sfiducia nel sistema giudiziario italiano da parte degli investitori ed alla eccessiva lunghezza dei procedimenti.
