Radio Radicale svolge sin dal 1976 un vero e proprio servizio pubblico: senza alcuna pubblicità trasmette non solo le sedute del Parlamento, ma altresì, senza alcuna discriminazione partitica e fedeli al principio del “Conoscere per deliberare”, manda in onda, nella loro integralità originale, congressi, conferenze, eventi di attualità istituzionale e politica.
Diversi, numerosi e trasversali sono stati gli attestati di stima nei confronti di questa radio: da Renato Brunetta a Furio Colombo, da Sergio Romano a Stefano Folli, da Angelo Panebianco ad Antonio Baldassarre.
Se nella finanziaria in corso di approvazione non verrà previsto il rinnovo della concessione, si corre il reale e concreto rischio di perdere questa importante risorsa democratica.
Per questo motivo, aldilà delle opinioni politiche di cui ognuno è portatore, vi invito, se volete, a firmare questo appello al seguente link:
http://www.radioradicale.it/perche-viva-radio-radicale
Fra i vari attestati di stima rivolti a Radio Radicale mi piace trascrivere questo:
“Argomenti politici non ne userò, per non fare danno. Ma se mi tolgono Radio radicale non mi restano che le benzodiazepine fra le tre di notte e le sette e trenta di mattina. Siamo in tanti ridotti così, noi del posto fisso, malati in un letto o detenuti a domicilio. Se non si vuole rendere giustizia a un eccellente servizio pubblico, si voti almeno un emendamento umanitario“.
Adriano Sofri