
Questa è la sua denominazione ufficiale all’interno del Parlamento Europeo. La designazione “A-9-2023-0188” fornisce un identificativo univoco per la legislazione all’interno del sistema di classificazione del Parlamento Europeo e si riferisce all’AI Act, o “Legge sull’Intelligenza Artificiale“
Come recita il comunicato stampa, con 523 favorevoli, 46 contrari e 49 astenuti, il Parlamento Europeo ha approvato lo scorso 13 marzo la legge sull’intelligenza artificiale (IA), che si propone lo scopo di garantire sicurezza ed il rispetto dei diritti fondamentali.
I punti chiavi di questa legislazione (il documento è di 458 pagine) è quello di:
- Regolare l’uso e lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale nell’Unione Europea per garantire che l’IA sia utilizzata in modo sicuro, etico e responsabile, promuovendo l’innovazione e la competitività.
- Classificare l’IA in diverse categorie in base al rischio associato al suo utilizzo, distinguendo tra IA ad alto rischio (come sistemi di sicurezza, trasporti, salute) e IA a rischio limitato (come chatbot, app di notizie).
- Stabilire una serie obblighi per gli sviluppatori di sistemi AI ad alto rischio i quali devono rispettare norme stringenti, incluse valutazioni di conformità, registrazione presso un’autorità competente, documentazione dettagliata e monitoraggio continuo del sistema.
- La normativa vieta alcune pratiche considerate ad alto rischio o dannose, come la manipolazione dell’IA per influenzare il comportamento umano in modo ingiusto o pericoloso.
- Gli sviluppatori devono garantire la trasparenza dei sistemi AI, fornendo informazioni chiare sull’uso dell’IA e assumendosi la responsabilità per eventuali danni causati dal loro utilizzo.
- La normativa sull’AI stabilisce un quadro di sorveglianza per garantire il rispetto delle norme e la punizione delle violazioni, incluso un’agenzia di vigilanza dedicata per il monitoraggio dell’implementazione.
L’analisi e lo studio della normativa sarà un precorso lungo anche perché l’attuazione delle diverse parti del regolamento sarà graduale, così come è stato per la normativa europea in tema di protezione dei dati.
Ci proponiamo di seguire l’evolozione e lo studio della predetta normativa nelle pagine di inDiritto.
