
La drammaticità della problematica relativa allo smaltimento dei rifiuti nella città di Palermo e della situazione economico/aziendale in cui versa l’azienda preposta, l’AMIA, risulta ancor più scoraggiante considerato il silenzio e l’assenza di qualsivoglia iniziativa programmatico/politica volta a determinare concretamente: non solo i modi ed i tempi per il rientro dall’emergenza, ma, sopratutto, le prospettive future in ordine allo smaltimento dei rifiuti ed il riordino aziendale della stessa AMIA.
In sostanza la cittadinanza che vive nella città di Palermo e nei Comuni limitrofi ha la triste consapevolezza di una totale inerzia delle Istituzioni le quali sembrano attendere passivamente l’inevitabile.
Tuttavia, non tutta la compagine sociale risulta essere rassegnata.
Consapevoli che la soluzione dei problemi non è là fuori, in un deus ex machina che attraverso l’imposizione delle mani risolva magicamente le problematiche, bensì risiede in ciascuno di noi, nella consapevolezza, nella partecipazione e nella condivisione delle proprie capacità e professionalità, inDiritto e tutta la sua redazione seguirà con particolare attenzione questo delicato e drammatico problema aprendo un osservatorio sullo stesso cui verrà dedicata una apposita pagina.
In tal senso, entrando subito nel vivo della questione, pubblichiamo di seguito due interventi del Prof. Sebatiano Torcivia – Ordinario di Economia ed Amministrazione delle Aziende Pubbliche nell’Università di Palermo, che rappresentano un contributo reale e concreto.
Questa è, e deve essere, la risposta della cittadinanza, di tutta la cittadinanza, che si può riassumere in un termine: partecipazione.
Il primo dei due interventi di seguito pubblicati è una pubblica proposta rivolta alle istituzioni, già pubblicata su Repubblica, cronaca Palermo, dell’11.10.09:
viene richiesto a chi ne è in possesso, legittimamente, di consegnare i bilanci e la documentazione degli ultimi 4-5 anni dell’Amia all’Università di Economia e Commercio – Contabilità e bilanci degli enti pubblici al fine di effettuare, a titolo gratuito, una raccolta e verifica di informazioni di natura patrimoniale, finanziaria, economica, gestionale, strategica, fiscale ed ambientale ed una ricerca economica delle cause che hanno condotto alla situazione attuale che sia, ovviamente, con l’impegno di una successiva comunicazione ed informazione pubblica cui inDiritto si rende disponibile sin da subito a partecipare.
Il secondo intervento, sempre del Prof. Torcivia, attiene ad una valutazione della crisi aziendale dell’AMIA.
Una due diligence per l’AMIA
Da più parti e, sempre più, espressioni della società civile, del mondo degli studi, dell’imprenditoria, ci pone una domanda: è possibile ricostruire con competenza, tecnica, con assoluta analisi della documentazione ufficiale, le vicende che stanno ed hanno colpito le aziende dei servizi pubblici locali della nostra città, il comune stesso, l’università, ecc., di fronte alle drammatiche notizie, ai pesanti risultati negativi, all’enormità dell’indebitamento, sino alla recente richiesta di fallimento promossa dalla Procura di Palermo nei confronti dell’Amia?
Tale istanza nasce, altresì, dalla mutata situazione di dovere di copertura di tali disavanzi, oggi addossati alla popolazione di riferimento e ciò, diversamente dal passato, ove ad un generico “paga pantaleone”, si è sostituita una responsabilità “del territorio di riferimento”, vedi gli esempi dell’incremento dell’addizionale IRPEF, dell’IRAP, ecc, che porta cittadini a pagare in misura differente a fronte di servizi identici (quando non largamente peggiori).
Il discorso, a nostro avviso, può e deve spostarsi, ancora, nel dover fornire ai soggetti giudicanti preposti, indicazioni puntuali e non discutibili (ovviamente contestabili nel merito), sulle eventuali azioni di responsabilità verso coloro che, pro-tempore, hanno governato, assumendo quelle scelte e preso quelle decisioni gestionali che hanno condotto all’anti economicità.
In particolare, scelte a suo tempo sostenute (invero anche di recente da parte di autorevoli Assessori comunali) di incremento di domanda derivante dal sostegno a fasce più deboli di soggetti, con le conseguenti assunzioni, anche mediante la creazione di società collegate, hanno finito per condurre le società di fronte all’impossibilità di sviluppo e di continuità di funzionalità aziendale.
Chi scrive ha già vissuto, in prima persona, l’esperienza dell’Ente Fiera del Mediterraneo, dove gli inascoltati appelli alla prudenza, all’economicità, hanno portato, sino ad oggi, alle condanne di soggetti che hanno effettuato assunzioni senza concorsi e alla cessazione definitiva di aziende “storiche” della nostra città.
Da qui la proposta, costruttiva, che coi sentiamo di fare, quali civil servant e soggetti fortemente convinti che bisogna far qualcosa per la nostra città, per le nostre generazioni future, che in aula ci chiedono, certamente, di impegnarci di più loro: chiediamo a chi ne è in possesso, legittimamente, di consegnarci i bilanci e la documentazione degli ultimi 4-5 anni dell’Amia; dichiariamo fin d’ora la disponibilità, ovviamente a titolo gratuito, quale luogo del sapere, nell’ambito della cattedra che ci è propria (Contabilità e bilanci degli enti pubblici) ad effettuare una sorta di “due diligence” ed una ricerca economica delle cause che hanno condotto alla situazione attuale che sia, ovviamente, facilmente percepibile dal comune cittadino, con l’impegno di una successiva comunicazione ed informazione pubblica.
Saremo pronti e certamente disponibili al confronto, al contraddittorio, tuttavia su documenti ufficiali, sull’analisi delle scelte gestionali effettive e sulle conseguenze prodotte.
Le aziende sono organismi vitali, gestite dagli uomini, che rispondono, tuttavia, a principi generali economici che difficilmente possono essere disattesi, poiché largamente e generalmente condivisi; siamo totalmente convinti che fin quando la gestione di tali vitali organismi sarà affidata a soggetti con assoluta mancanza di competenze, solo perché dotati di appartenenza politica o quale premio per un risultato elettorale non raggiunto, nell’ambito delle logiche di sottogoverno, il nostro territorio non potrà garantire quei servizi essenziali che oggi sono richiesti da tutti, nell’ambito di un confronto competitivo che, se non adeguatamente ricercato, ci metterà sempre in quella condizione di inferiorità culturale, di fuga, “di malcostume, di fatalismo, di rassegnazione, solo per citare le espressioni di Oliviero Toscani, nell’ambito della sua recente decisione di lasciare l’esperienza siciliana, svolta a Salemi.
AMIA: qualità nella gestione e nel controllo della cosa pubblica
Apprendiamo dalla stampa odierna (Repubblica 28 ottobre 2009) che la perdita d’esercizio risultante dal bilancio consuntivo 2008 dell’Amia, a seguito della conclusione dell’attività d’indagine contabile svolta dalla società KPMG, è di 179,904 milioni di euro, valore questo, significativamente più elevato della precedente stima, pari ad Euro 130 milioni. Tale valore è fortemente determinato da sopravvenienze passive per circa 90 milioni, all’interno delle quali trovasi quella di circa 44 milioni di euro, conseguita con la cessione del contratto, avvenuta nell’anno 2006, con la società Amia Servizi, a seguito della valutazione operata dai professionisti all’uopo incaricati, iscritta, a credito nel bilancio dell’Amia ed, oggi, da rilevare quale insussistenza dell’attivo.
Ci si chiede a questo punto: chi ha esercitato i controlli sul valore di presumibile realizzo dei crediti che oggi, la Kpmg consiglia di inserire in bilancio, con opportuni accantonamenti, in quanto quasi certamente non riscuotibili e dei quali sarebbe opportuno avere un elenco analitico, al fine di informare adeguatamente la cittadinanza, vessata dall’incremento della TARSU e dall’incremento dell’addizionale IRPEF?
Le responsabilità di tali “leggerezze”, sono nell’ordine:
- degli amministratori che hanno il compito di redigere il bilancio sulla base del principio dell’attendibilità (il cui costo complessivo per indennità, nel 2006, è stato pari ad € 265.272);
- del collegio sindacale (organo, in Amia spa, senza funzione di controllo contabile) che deve controllare il rispetto dei principi e dei criteri di valutazione;
- del revisore dei conti, che ha compiti di controllo contabile;
- della società di certificazione (il cui compenso nel bilancio 2006 è stato pari ad € 36.734).
ma, aggiungiamo, del responsabile dell’Ufficio Società ed Enti controllati del Comune di Palermo, in quanto, nella logica della verifica dell’allineamento (rectius disallineamento, invero) tra valori riportati nei bilanci della controllante (Comune, socio unico al 100%) e controllata (Amia spa), doveva pur essere riscontrata tale coerenza contabile.
A riprova di ciò, si sottolinea, che l’art. 2497-bis, comma 4, obbliga a riportare, nella nota integrativa del bilancio della controllata, un prospetto riepilogativo dei dati essenziali del bilancio del soggetto controllante. (Nella citata nota integrativa, si riportano i dati dell’anno 2005 del Comune di Palermo, essendo l’ultimo bilancio approvato) e ciò al fine di fornire all’utilizzatore dei dati di bilancio, ogni più ampia informazione sui rapporti tra parti correlate.
Si legge, invece, testualmente, nei bilanci approvati da Amia Spa, pag. 16:
…5) Crediti: i crediti sono iscritti al valore nominale ed esposti al valore di presunto realizzo, ottenuto tramite l’iscrizione di un fondo svalutazione crediti esposto a riduzione del valore nominale degli stessi crediti. Tale fondo viene determinato al fine di riflettere principalmente il rischio specifico di inesigibilità dei crediti ed è in parte calcolato su base forfetaria sulle categorie di debiti ritenuti di possibile rischiosità..
Andando a verificare la presenza e la misura di tale Fondo svalutazione, con specifico riferimento ai crediti verso controllante (Comune di Palermo), nulla si evince nella nota integrativa (pag. 30), salvo la seguente espressione:
Il valore dei crediti verso controllante è relativo ai crediti vantati verso il Comune di Palermo per corrispettivi di servizi erogati sulla base del contratto di servizio in anni precedenti e di quello corrente, nonchè corrispettivi di altri servizi resi.
Dello stesso tenore “tranquillizzante” sono le espressioni adottate dagli organi di controllo di cui sopra, in particolare dal Collegio dei revisori (la cui indennità complessiva nel 2006 è stata di Euro 157.353), nella propria relazione accompagnatrice il bilancio:
* “abbiamo partecipato ma n. 5 assemblee dei soci, a n. 28 adunanze del Cda, … per le quali possiamo ragionevolmente assicurare che le azioni deliberate …non sono manifestamente imprudenti, azzardate, . o tali da compromettere l’integrità del patrimonio sociale” (pag. 1)
Ci si chiede, cos’altro doveva accadere, di ancor più grave per compromettere il patrimonio aziendale, visto, altresì, la decisione dell’attuale Presidente del Cda dell’Amia, di costituirsi parte civile nell’udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio per falso in bilancio, ed inoltre un’ulteriore richiesta di risarcimento da 70.000 euro per le spese effettuate all’estero dal precedente Cda, nonché di sostenere – leggiamo dalla stampa – che stavolta si è in presenza di un bilancio più veritiero? Quindi, prima, possiamo sostenere tutti, era molto meno veritiero!
Ancora, si legge, nella relazione del collegio sindacale che, per quanto non essendo a questo organo demandato il controllo analitico di merito sul contenuto del bilancio, lo stesso ha vigilato sull’impostazione generale data allo stesso, sulla conformità alla legge per quel che riguarda la sua formazione e struttura e “ a tale riguardo non abbiamo osservazioni particolari da riferire”
Ma certamente ancor più grave, a nostro avviso, sono le espressioni, anch’esse molto “tranquillizzanti”, adottate nella relazione al bilancio, dal revisore contabile e cioè:
* Punto 4 – A mio giudizio il sopra menzionato bilancio nel suo complesso è stato redatto con chiarezza e rappresenta in modo veritiero e coretto la situazione patrimoniale e finanziaria ed il risultato economico della AMIA spa per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2006, in conformità alle norme che disciplinano il bilancio d’esercizio.
Da precisare, a questo punto che è compito precipuo del revisore contabile (come si evince al punto 2 della citata sua relazione) accertare se il bilancio è viziato da errori significativi e se risulti, nel suo complesso, attendibile.
A nostro avviso, a questo punto della conoscenza dei fatti, sono certamente mature le condizioni per avanzare una richiesta di querela di parte sul falso in bilancio e ciò in evoluzione rispetto a quanto a suo tempo non fatto dal primo cittadino, così come allora consigliato dal suo ufficio legale.
La dottrina economico-aziendale internazionale, da tempo, (Patton e il Freedom of Information Act del Regno Unito, per tutti) sul versante del fabbisogno informativo espresso dalla collettività di riferimento, si muove lungo la dimensione della trasparenza, cioè garantire ai cittadini l’effettivo accesso a tutte le informazioni di cui l’istituto pubblico dispone, poiché ciò costituisce una potente forma di controllo sull’operato di amministratori e dirigenti pubblici.
Solo aderendo, in maniera convinta, a tale impostazione concettuale, faremo un salto di qualità nella gestione e nel controllo della cosa pubblica.
Prof. Sebastiano Torcivia
Ordinario di Economia ed Amministrazione delle Aziende Pubbliche nell’Università di Palermo
Palermo, quartiere Albergheria. Nel palazzo sulla destra si tengono i corsi di aggiornamento professionale per gli avvocati.