La Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione con la sentenza n. 12028 del 19 febbraio 2010, depositata in cancelleria il 26 marzo 2010, si è pronunziata sulla commissione di massimo scoperto ai fini del computo della stessa nella determinazione del tasso soglia, aldilà del quale l’interesse risulta essere usurario.
Più in particolare è stato statuito che l’art. 644, IV comma del codice penale (secondo il quale per la determinanzione del tasso di interesse usurario si tiene conto delle commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e delle spese, escluse quelle per imposte e tasse, collegate all’erogazione del credito) ricomprenda, ai fini della determinanzione della fattispecie di usura, tutti quegli oneri che un soggetto sopporta in connessione con il suo uso del credito. Tra essi è stato ricompresa la commissione di massimo scoperto, trattandosi di un costo strettamente collegato all’erogazione stessa del credito.