Tribunale di Catanzaro: ordinanza 29 aprile 2009: rito societario – istanza di fissazione d'udienza – estinzione del giudizio

Il Tribunale di Catanzaro con l’ordinanza emessa in data 29 aprile 2009 (sotto per il testo), interpreta  l’inciso inerente il richiamo di cui ai commi 1, 2, e 3 D.Lgs 5/2003, nel senso che la parte alla quale spetta dedurre secondo l’alternanza degli scambi di memorie o provvede a notificare il proprio atto difensivo entro il termine di legge (o in quello più ampio assegnatole dalla controparte), così manifestando la volontà di proseguire la fase preparatoria, ovvero deve notificare l’istanza di fissazione d’udienza (sempre nel termine di legge di 20 giorni) – così ponendo fine agli scambi.
Il mancato rispetto di tale ultimo termine comporta l’estinzione del giudizio.

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L'istanza di fissazione di udienza nel rito societario ex art. 8 D.Lgs 5/2003: computo dei termini, le tesi,la giurisprudenza e l'estinzione del giudizio

L’istanza di fissazione d’udienza, così come disciplinata dall’art. 8 D.Lgs. 5/2003 e successive modifiche, assume la valenza di un fondamentale momento processuale, nel quale vengono disciplinati gli effetti (in positivo ed in negativo) del giudizio che fuori esce dalla mera disponibilità istruttoria delle parti, per giungere nella fase, per così dire, più propriamente giurisdizionale.

Una delle problematiche maggiormente riscontrate nell’applicazione dell’art. 8 D.Lgs. 5/2003 è quella relativa al computo dei termini per la notificazione della detta istanza.
Problematica che assume valore determinante considerando che a seguito della novella operata con il D.Lgs. 37/04 non solo è stato operato un ‘ampliamento del termine fisso per la notificazione della stessa, originariamente di sedici giorni, poi portato a venti, ma, soprattutto è stata prevista una modificazione della decorrenza dello stesso attraverso l’introduzione dell’inciso “dei termini di cui ai commi precedenti”.
Allo scadere dello stesso si verifica l’inevitabile estinzione del giudizio.

Nel prosieguo dell’articolo verranno analizzate le problematiche inerenti il computo del detto termine anche attraverso le pronunce giurisprudenziali sul tema.

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Corte di Cassazione – Sezione I civile Sentenza 20 giugno, 11 luglio 2008 n. 19238. Rito societario: la rinnovazione dell'istruttoria ed il diritto di difesa in caso di incompetenza per territorio.

La Corte di Cassazione con la Sentenza n. 19238 del 2008 è tornata ad occuparsi delle tematiche inerenti al rito societario. In particolar modo è stato statuito che non ricorre la violazione del principio del contraddittorio e del diritto di difesa se, in caso di ricorso proposto ai sensi dell’art. 19 D.Lgs. 5/2003, successivamente la Corte di Appello decida nel merito la causa senza rimettere la stessa al primo giudice, il quale si era precedentemente dichiarato incompetente per territorio.

Dopo la pubblicazione della Sentenza qui di seguito (ricordiamo che per scaricare il documento sottostante bisogna fare click in alto a sinistra sulla scritta “Scribd”, verrete quindi reindirizzati alla pagina dove potete effettuare il  “download”), segue un breve commento.

Sommario:

La Sentenza della Corte di Cassazione n. 19238/2008

I fatti di causa: competenza per territorio, appello e rinnovazione dell’istruttoria

Il principio di diritto individuato dalla Corte di Cassazione nella sentenza n. 19238/2008: il procedimento sommario, la rinnovazione dell’istruttoria ed il diritto di difesa

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Tribunale di Palermo, Sentenze n. 1414 e 1482 del 2008. Responsabilità dell'intermediario. Bond Cirio e Finmek. Rito societario: tempestività delle domande ed eccezioni.

Il Tribunale di Palermo, con le sentenze numero 1414 e 1482 del 2008, prosegue nella sua attività di analisi e di giudizio sui casi di responsabilità dell’intermediario finanziario nella collocazione di titoli mobiliari.
In entrambe le sentenze vengono rigettate le domande degli attori tese:

  • Con riferimento alla sentenza n.  1414 /2008 alla nullità ed al risarcimento del danno per responsabilità contrattuale;
  • Con riferimento alla sentenza n. 1482/2008 alla sola nullità del contratto di intermediazione.

Scarica la Sentenza del Tribunale di Palermo n. 1414 del 2008

Scarica la Sentenza del Tribunale di Palermo n.1482 del 2008

 Articoli correlati:

Abbiamo già ampiamente discusso, negli articoli sopra evidenziati, delle problematiche relative alla nullità del contratto, alla responsabilità contrattuale o precontrattuale. Sul punto il Tribunale di Palermo non si discosta dalle precedenti pronunce.

Nel prosieguo dell’articolo, invece, effettueremo due brevi considerazioni di carattere procedurale.
Con riferimento alle dette sentenze analizzeremo quali siano le preclusioni in relazione alla modificazione delle domande ed eccezioni.

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Corte Costituzionale Sentenza n. 71/2008: incostituzionale l'art. 1, comma 1, del d.lgs. n. 5/2003. Rito societario e domande di lavoro connesse

La Sentenza della Corte Costituzionale n. 71/2008, (qui per il testo integrale) ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 1, comma 1, del decreto legislativo 17 gennaio 2003, n. 5 (Definizione dei procedimenti in materia di diritto societario e di intermediazione finanziaria), limitatamente alle parole: «incluse quelle connesse a norma degli articoli 31, 32, 33, 34, 35 e 36 del codice di procedura civile».
Con la pronuncia in esame viene a cadere il regime dell’attrazione del rito societario in tutti i casi di connessione di cause.

Sommario:

  • Premessa: il caso sottoposto al vaglio della Consulta;
  • La normativa: art. 1, comma 1, d.lgs. 5/2003; art. 40 c.p.c.;
  • Cade il regime dell’attrazione del rito societario in tutti i casi di connessione di cause;
  • Una breve parentesi.

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Corte Costituzionale Sentenza n. 321/2007: incostituzionale l’art. 8, comma 2, lett. a) del d.lgs. 17 gennaio 2003, n. 5 (rito societario) istanza di fissazione d’udienza;

Corte Costituzionale Sentenza n. 340/2007: incostituzionale l’art. 13, comma 2, del d.lgs. 17 gennaio 2003, n. 5 (rito societario).

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Corte Costituzionale Sentenza n. 321/2007: incostituzionale l'art. 8, comma 2, lett. a) del d.lgs. 17 gennaio 2003, n. 5 (rito societario) istanza di fissazione d'udienza

La Sentenza della Corte Costituzionale n. 321/2007, (qui per il testo integrale), con una pronuncia additiva, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 8, comma 2, lettera a), del decreto legislativo 17 gennaio 2003, n. 5 (Definizione dei procedimenti in materia di diritto societario e di intermediazione finanziaria, nonché in materia bancaria e creditizia, in attuazione dell’art. 12 della legge 3 ottobre 2001, n. 366), nella parte in cui non prevede anche l’ipotesi che il convenuto abbia svolto difese dalle quali sorga l’esigenza dell’esercizio del diritto di replica dell’attore.

Sommario:

Premessa
A. I fatti
B. La questione di costituzionalità
C. Considerazioni

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Corte Costituzionale Sentenza n. 340/2007: incostituzionale l'art. 13, comma 2, del d.lgs. 17 gennaio 2003, n. 5 (rito societario)

La sentenza della Corte Costituzionale n. 340 del 2007 (qui per il testo integrale) ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 13, comma 2, del decreto legislativo 17 gennaio 2003, n. 5 (Definizione dei procedimenti in materia di diritto societario e di intermediazione finanziaria, nonché in materia bancaria e creditizia), nella parte in cui stabilisce: «in quest’ultimo caso i fatti affermati dall’attore, anche quando il convenuto abbia tardivamente notificato la comparsa di costituzione, si intendono non contestati e il tribunale decide sulla domanda in base alla concludenza di questa».
E’ stato chiarito, in sostanza, che il meccanismo della ficta confessio, così come non è applicabile al rito ordinario, non può essere applicato al processo contumaciale nel rito societario.

Sommario:

Premessa
A. I fatti
B. La questione di costituzionalità
C. Considerazioni

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